Sopravvivenza a lungo termine e rivascolarizzazione coronarica ripetuta in pazienti in dialisi dopo rivascolarizzazione coronarica chirurgica e percutanea con stent a rilascio di farmaco e stent di metallo nudo


Pochi dati pubblicati descrivono la sopravvivenza a lungo termine dei pazienti in dialisi sottoposti a rivascolarizzazione coronarica chirurgica o percutanea con l’avvento degli stent medicati.

Utilizzando i dati del United States Renal Data System, sono stati identificati 23.033 pazienti in dialisi sottoposti a rivascolarizzazione coronarica ( 6.178 con innesto di bypass coronarico, 5.011 con stent di metallo nudo, 11.844 con stent a rilascio di farmaco ) nel periodo 2004-2009.

Le procedure di rivascolarizzazione sono diminuite da 4.347 nel 2004 a 3.344 nel 2009.
L’uso di stent medicati è diminuito del 41% e l'uso di stent di metallo nudo è aumentato dell’85% dal 2006 al 2007.

È stata stimata la sopravvivenza a lungo termine mediante il metodo di Kaplan-Meier, e sono stati esaminati i predittori indipendenti di mortalità aggiustati per comorbilità.

La mortalità in ospedale per i pazienti sottoposti a innesto di bypass coronarico è stata dell’8.2%; la sopravvivenza per qualsiasi causa a 1, 2 e 5 anni è stata, rispettivamente, del 70%, 57% e 28%.

La mortalità in ospedale per i pazienti trattati con stent a eluizione di farmaco è stata del 2.7%; la sopravvivenza a 1, 2 e 5 anni è stata, rispettivamente, del 71%, 53% e 24%.

I predittori indipendenti di mortalità sono risultati simili in entrambi i gruppi: età maggiore di 65 anni, etnia caucasica, durata della dialisi, dialisi peritoneale e insufficienza cardiaca congestizia, ma non diabete mellito.

La sopravvivenza è stata significativamente maggiore per i pazienti con innesto di bypass coronarico che hanno ricevuto innesti di arteria mammaria interna ( hazard ratio, HR=0.83; P minore di 0.0001 ).

La probabilità di rivascolarizzazione ripetuta per il rischio concorrente di morte è stata del 18% con stent di metallo nudo, del 19% con stent medicato e del 6% con bypass coronarico a 1 anno.

In conclusione, tra i pazienti in dialisi sottoposti a rivascolarizzazione coronarica, la mortalità in ospedale è stata più alta dopo bypass coronarico, ma la sopravvivenza a lungo termine è stata superiore con innesti di arteria mammaria interna.
La mortalità in ospedale è stata inferiore nei pazienti con stent medicato, ma la probabilità di rivascolarizzazione ripetuta è stata più alta e paragonabile a quella dei pazienti trattati con uno stent di metallo nudo.
La scelta della rivascolarizzazione per i pazienti sottoposti a dialisi deve essere personalizzata per ciascun caso. ( Xagena2013 )

Shroff GR et al, Circulation 2013; 127: 1861-1869

Cardio2013 Nefro2013 Chiru2013



Indietro

Altri articoli


I dati sugli esiti per uno stent a eluizione di Everolimus ( EES ) con polimero durevole al follow-up a...


Gli stent a rilascio di farmaco di nuova generazione ( DES ) sono stati per lo più studiati in studi...


Pochi studi hanno esaminato l'efficacia degli stent a eluizione di farmaco ( DES ) per ridurre il fallimento del trapianto...



Sono disponibili dati limitati sugli effetti a lungo termine degli stent medicati rispetto agli stent di metallo nudo sui tassi...


Dallo studio randomizzato NORSTENT è emerso che gli stent medicati di seconda generazione e gli stent di metallo nudo presentavano...


I dati sulla sicurezza e sull’efficacia degli stent a rilascio di farmaco di nuova generazione con follow-up a lungo termine,...


Nei pazienti sottoposti a intervento coronarico percutaneo ( PCI ), gli stent medicati riducono le rivascolarizzazioni ripetute rispetto agli stent...


Nonostante l’efficacia antirestenotica degli stent medicati ( DES ) rispetto agli stent di metallo nudo ( BMS ), il rischio...